Durante il Pliocene, cioè circa 10 milioni di anni fa, gran parte della penisola italiana era invasa dal mare, quindi anche l’area di Tivoli e Guidonia, era sommersa da questo antico mare che arrivavo fin sotto i declivi dei Monti Tiburtini e Cornicolani ( Marcellina e Palombara), dove tutt’ora sono ben visibili i terreni sabbiosi con numerosi fossili marini che testimoniamo l’antica presenza del mar

A questo punto in questa area depressa cominciavano a risalire in superficie delle acque calde termominerali frammiste a gas solforosi provenienti dalle ultime manifestazioni vulcaniche dei Colli Albani; esse erano la conseguenza del consolidamento dei magmi dell’antico vulcano laziale. Avendo attraverso durante il loro cammino ingenti masse calcaree, queste acque ne avevano disciolto il CaCO3 e se ne erano arricchite abbondantemente. Esse sfruttavano come punti di risalita una enorme spaccatura dei terreni sottostanti e venivano sospinte verso l’alto dai gas solforosi, che le accompagnano. Una volta in superficie, cominciavano a defluire versi punti più bassi del bacino. Inoltre, non appena in superficie, ricchissime di bicarbonato di calcio, subivano un abbassamento di temperatura e di pressione. Proprio questi abbassamenti di temperatura e di pressione erano le condizioni che favorivano la precipitazione e quindi la successiva sedimentazione del CaCO3